La leggenda di Santa Marta

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  1. AsterMagia
     
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    La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze racconta che Santa Marta fosse di origine nobile.
    Suo padre si chiamava Syro, era duca di Siria, mentre sua madre Encharia. Dopo la morte dei genitori ereditò, insieme a sua sorella il castello di Magdalen, quello di Betania e parte di Gerusalemme. Secondo la tradizione Marta non ebbe mai un compagno e dedicò tutta la sua esistenza a servire il Cristo.
    La leggenda di Santa Marta, come la conosciamo oggi, compare solo nel XII secolo. Narra che dopo l’Ascensione di Gesù, i tre fratelli Lazzaro, Marta, Maria Maddalena e altri sarebbero stati imbarcati dagli infedeli su un'imbarcazione senza vele né remi, né timone, né provviste. Fu così che approdarono a Marsiglia.
    Santa Marta "molto eloquente e amabile con tutti " operò parecchie conversioni. La leggenda racconta inoltre che nei tempi in cui Santa Marta stava evangelizzando la Provenza un terribile dragone, la Tarasca, devastasse le fertili pianure della valle del Rodano e impedisse agli uomini di vivere tranquilli in quei luoghi. La Santa venuta a conoscenza del fatto, si recò nelle profondità dei boschi portando con sè dell’acqua benedetta. Dopo essersi avventurata nel fitto della foresta scorse la bestia nell’atto di divorare un uomo. Allora intinse un rametto d’issopo nell’acqua benedetta e la asperse tracciando il segno della croce.
    La bestia miracolosamente interruppe il suo pasto e strisciò ai piedi della Santa completamente domata e mansueta. Marta la legò alla sua cintura e la portò nella città di Tarascona, che dal drago pare abbia
    derivato il suo nome.
    In un’altra occasione, ad Avignone, Marta compì un ulteriore miracolo. Mentre predicava la Parola di Cristo si dice che un uomo, trovandosi dall’altra sponda del fiume Rhone e desiderando ascoltare le sue parole, non avendo nessuna barca, si gettasse nella corrente per raggiungerla a nuoto. La forza dell’acqua tuttavia ebbe la meglio e il suo corpo venne trovato il giorno dopo. Vedendo il corpo del giovane uomo e venuta a conoscenza di quanto era successo, Marta
    si gettò a terra a braccia aperte e pregò in questo modo:”Oh Adonay, Signore Gesù Cristo, che un giorno resuscitaste il mio amato fratello, occupatevi di questo modello della fede per coloro che sono qui presenti e fatelo rialzare”. Quindi gli prese la mano e l’uomo si alzò, vivo e vegeto.
    Il giorno 29 giugno la chiesa ricorda Santa Marta e nella città di Tarascona si tiene una solenne processione aperta dal gigantesco fantoccio della Tarasca che minaccia la popolazione con le fauci spalancate. Nei pressi una ragazza vestita di bianco benedice il mostro, che alla fine viene legato e sopraffatto.
     
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